Veleno Dentro

Cover The Tube Exposed 11 BASSA

Dopo essere fuggiti dalla centrale della metropolitana, Jonathan, Samantha e il piccolo Eric (già protagonisti dell’episodio 6 di The Tube Exposed,  “Via di fuga”) cercano una via di uscita dai sotterranei, percorrendo i tunnel di un troncone appena costruito. Ma è difficile lasciarsi alle spalle le difficoltà, si tratti di conoscenze spuntate dal passato, abitudini date per morte o nemici decisi a non cedere. Ed è ancora più difficile farlo quando le peggiori paure si trasformano in realtà e quando i dubbi più insidiosi rischiano di minare una convivenza fragile ma salvifica.

Un nuovo episodio della serie “The Tube Exposed”, spin-off della saga “The Tube” curata da Franco Forte, selezionato nel contest letterario sul forum della Writers Magazine Italia fra decine di autori che stanno partecipando.

VELENO DENTRO (incipit)

La stazione

Samantha aveva fame.

Non di cibi succulenti, non di pizza, non di hamburger, non la stessa del piccolo Eric, addormentato contro di lei. Aveva quella fame.

Il treno viaggiava a velocità prudente: Jonathan non aveva alcuna intenzione di strafare. O almeno così le aveva detto.

Le luci di emergenza ai lati dei tunnel si alternavano in movimenti ipnotici. Samantha si appoggiò alla parete della cabina, appollaiata sullo sgabello, e cercò di concentrarsi sulle luci, provando a ignorare il dolore alla spalla.

E la fame.

Luce. Buio. Buio. Luce. Buio. Buio.

Stazione.

Dal parabrezza vide con chiarezza gli infetti che litigavano tra loro, come se stessero contendendosi qualcosa. Dalla porta scardinata, ebbe la fugace impressione che quel qualcosa fosse un fagotto avvolto in una coperta colorata. Nessuno degli zombie diede segno di essersi accorto di loro.

Buio. Buio. Luce.

— Sei sicuro che sia la strada giusta? — chiese, con la voce che raspava in gola.

Il ragazzo non rallentò la corsa della motrice, né si degnò di rispondere.

Samantha sbuffò e tornò a concentrarsi sul percorso. Buio. Buio. Luce.

Eric si mosse contro di lei. Nonostante fosse passato quasi un giorno, profumava ancora di bagnoschiuma e shampoo. E di latte.

Stai calma, non ci pensare, si disse Samantha, deglutendo.

Buio. Buio. Luce.

Abbassò il capo, affondando il naso nei capelli del bambino. Schiuse le labbra e, all’ultimo, gli diede un bacio sulla testa. Si soffermò un secondo di troppo e, quando se ne rese conto, si raddrizzò e si irrigidì di colpo. Eric rispose a quel movimento protestando a suo modo, poco più di un mugolio.

continua…

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