Robot 68

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Ursula K. Le Guin, Alan D. Altieri, Dario Tonani, Riccardo Valla e Diego Gabutti, Cat Rambo – Frederik Pohl: Cyril – Venti microracconti su Mondo9

Dopo Odissea fantascienza che ha ospitato lo splendido romanzo breve Paradisi perduti e Effemme dove è apparso La storia della moglie, anche Robot si ritaglia il suo momento di gloria pubblicando un racconto della grande Ursula K. Le Guin, per di più vincitore del premio Nebula: Solitudine. Non è l’unico racconto premiato del numero: c’è Dario Tonani con Schiuma rossa che si è portato a casa il Premio Robot. E Tonani è anche ispiratore dell’esperimento letterario in collaborazione con Writers Magazine Italia, venti miniracconti di venti autori tutti ambientati nell’universo di Mondo9, il libro che ha riscosso grande apprezzamento di pubblico e critica.
Cat Rambo è un’autrice di una certa notorietà in USA e arriva per la prima volta in italia con un piccolo e divertente gioiellino. Le fa da contraltare Alan D. Altieri col suo lungo, poderoso e cruento Totentanz. Infine un divertissement che mette in campo scrittori e personaggi della fantascienza intrecciandoli con una storia degna di Dashiell Hammett: Il falcone marziano di Diego Gabutti e Riccardo Valla. Nelle rubriche un saggio su Ursula K. Le Guin di Salvatore Proietti e una nuova puntata della rubrica di Frederik Pohl Com’era il futuro.

Contiene il racconto “L’orfano”

L’ORFANO (incipit)

Il cardo mangiaruggine straziò per l’ultima volta l’Afritania, tirando via metallo, olio e carne e sputando una pioggia di frammenti. Gran parte della salva finì sui ponti martoriati della nave, ma qualche proiettile fu lanciato a grande distanza.

L’uovo traslucido era uno di questi ultimi, e lo schianto sulla sabbia ne provocò la rottura. L’essere che ne uscì non era ancora del tutto formato, ma abbastanza per protestare con un pigolio ticchettante: puntava il becco d’ottone in direzione della sua mamma, l’Afritania.

Le piume incarnite nel metallo si piegavano tra gli ingranaggi, mentre il neonato zoppicava verso la nave. Superò alcune schegge, poi ebbe come un ripensamento e tornò indietro a raccoglierle col becco: aderirono alle zampe, rinforzandole, e la zoppia scomparve.

continua…

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