Il ritorno dei corti viventi

corti

Invitano a sconfiggere il lettore per knock-out, piuttosto che ai punti.
Insegnano che brevità richiede perfezione.
Ma i Corti viventi non danno ascolto a nessuno: sanno solo di avere una storia e le parole per raccontarla.


Il libro

Noir, fantastico, horror, ucronia, fantascienza… più di 60 racconti brevissimi, da una pagina a nemmeno una parola, uniti dal
tentativo di far leggere la propria storia, in meno tempo di quanto servirebbe per raccontarla a voce.
Gli autori

 

Danilo Arona, Mirko Dadich, Valchiria Pagani, J. Romano, Noemi Turino, Michela Zangarelli, Gloria Gerecht, Tiziana Ortelli, Sergio Oricci, Luca Romanello, Andrea Viscusi, Alberto Priora, Cinzia Bettineschi, Roberto Ciardiello, Marco e Giovanni Ferrari, Paolo Rozzi, Daniele Imperi, Scilla Bonfiglioli, Andrea Storti, Ser Stefano, Maurizio Brancaleoni, Ferdinando de Blasio di Palizzi, Fithz Hood, Anna Maria Di Santo, Tanja Sartori, Vincenzo Costanza, Marco Migliori, Giuseppe Agnoletti, Paolo Di Pierdomenico.

Autori emergenti che si sono guadagnati la presenza nella raccolta attraverso una selezione durata mesi, con centinaia di racconti in gara. Al loro fianco autori smaliziati e affermati, che hanno aderito all’invito e accettato la sfida.

 

Contiene i racconti “La fortuna non esiste”, “Mano nella mano”, “Al motel” e “Ucronia nel Regno di Fantàsia: cosa sarebbe successo se Atreiu e Bastiano avessero fallito”

 

LA FORTUNA NON ESISTE (incipit)

Quando cominciò l’invasione, nessuno se ne accorse. I politici non smisero di litigare su come metterla in quel posto agli elettori, il papa fece i suoi Angelus continuando a indossare le scarpe di Prada e gli scienziati si limitarono a salutare una nuova specie di pianta, cosa che alla maggior parte della popolazione non provocò più di un’alzata di sopracciglio. Il Quadrifolium repens intanto si moltiplicò a velocità impressionante, insediandosi anche su cemento, metallo, plastica. Inarrestabile. Inestirpabile. Presto divenne un pericolo per le colture, ma nemmeno allora ci furono particolari reazioni.

Solo nel momento in cui ci si rese conto che cresceva anche sugli esseri umani, qualcuno si preoccupò. Ma ormai era troppo tardi.

 

«Ancora con quel diario?»

La voce di Tiziana mi distoglie dai miei pensieri. Annuisco.

«Luca, non serve a nulla, lo vuoi capire? Non lo leggerà nessuno!»

continua…

AL MOTEL (incipit)

Lucio Forseno, il portiere, alzò gli occhi dalla Settimana Enigmistica per squadrare l’uomo e la donna. La prima cosa che notò fu la differenza di età: in quel motel, poteva solo indicare il più vecchio rapporto di affari del mondo. Di certo non erano padre e figlia.

Lui indossava un completo spezzato con cravatta Regimental e una camicia ingiallita. Aveva barba e capelli in disordine e gli occhi spenti di chi non ha più nessuno. Quando Lucio gli passò il registro per la firma, vide la fede e le dita rovinate dal fumo. Un vedovo, forse.

Lei, nel suo abitino di viscosa fucsia, lo prese sotto braccio, masticando la gomma. Aveva i capelli biondi, la pelle rovinata dall’acne e gli occhi tristi che facevano a pugni con il suo sorriso.

Due anime perdute. Perfetti.

continua…

MANO NELLA MANO (incipit)

Seduto al bancone, gioco col bicchiere. Da un tavolo, si alza una risata argentina che buca la musica. È questione di un attimo: lei arriva e si sporge a chiedere un drink.

«E se prendesse un Oban?», propongo. «Offro io».

Mi guarda ed è tutto più facile.

 

Passiamo la serata insieme. Ha assaggiato appena il whisky, poi lo ha lasciato.

«È troppo forte» ha detto, arrossendo.

Parliamo di tutto, senza alzare la voce perché parole e silenzi non hanno bisogno di coprire la musica per arrivare a destinazione.

Chiedo di accompagnarla a casa. Accetta.

Davanti alla porta, l’abbraccio come se fosse l’ultima volta che posso farlo.

Sento le sue mani sul collo e le nostre labbra che si saldano.

continua…