Minuti contati

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L’antologia Minuti Contati raccoglie i racconti che si sono aggiudicati i migliori piazzamenti in 25 edizioni dell’omonimo concorso letterario. Ma perché Minuti Contati? Ogni mese, sul forum di Nero Cafè si svolge il concorso più veloce e spietato del web: in un giorno e ora prefissati, una volta al mese, uno dei tre grandi mattatori del concorso (L’Aguzzino, L’Inquisitore e il Carnefice) comunicano agli autori – collegati attraverso un apposito thread – il tema segreto, il numero massimo di battute e il tempo limite per la consegna degli elaborati. A questo punto agli autori non resta che scrivere, seguendo le indicazioni impartite ma con totale libertà sul genere da adottare. Ne è nata una selezione di racconti dai generi più disparati – horror, comici, grotteschi, fantastici, romantici – perfetta per il lettore che ama brevità e varietà dei contenuti. Per partecipare al concorso e lottare con gli altri autori per essere inclusi nei successivi volumi, basta collegarsi all’indirizzo http://nerocafe.forumfree.net e cercare la sezione Minuti Contati.

Contiene i racconti “L’isola del faro” e “Conseguenze”

L’ISOLA DEL FARO (incipit)

– Lo hai sentito anche tu?

Ogni sera la stessa storia, la stessa domanda. È sufficiente che tramonti il sole, per Matteo. Oddio, mica solo per lui.

– Dormi, amore mio – dico con tutta la dolcezza di cui sono capace.

– Me lo hai promesso, mamma – mi risponde, con gli occhioni sgranati, appena illuminati dalla lampadina da 20 watt sul comodino.

– Certo, domani. Di giorno.

Gli lascio un bacio sulla fronte. Odora di sapone e salsedine, il mio Matteo. Spengo la luce, chiudo la porta.

Faccio il giro di casa a controllare che sia tutto sprangato. Alla fine appoggio la schiena al portone, tenendo con tutta la mia forza il fucile.

Il mare ruggisce contro gli scogli, alla base del faro. Sembra che voglia entrare, ma non è lui che vuole prenderci.

Un lamento. Un altro. In mezzo alle onde e alla schiuma, un cigolio come di scarpe bagnate. Sempre più vicino.

Bum. Sciaff. Squick. Squeck. Bum. Sciaff. Squick. Squeck.

Bum. Sciaff. Toc. Ssssss.

È arrivato alla porta.

 

continua…

CONSEGUENZE (incipit)

«Tu non sai ciò che hai fatto», mi accusa il vecchio.

Stringo ancora la Beretta in mano. La sento confortevole, anche dopo lo scossone dello sparo. Il barbone è a terra, tra la credenza e l’albero di Natale, e si copre la ferita con le dita guantate. Cerca di frenare l’emorragia, o di far passare il dolore, ma l’ho preso in pieno petto. Non ne ha per molto.

«Babbo Natale non esiste, Carlo. Sono mamma e papà che ti comprano i regali», afferma con decisione mio padre.

Trattengo le lacrime. Vorrei urlargli contro che non è vero, che è un bugiardo, ma riesco solo a emettere un guaito. Manco fossi un cane.

«Caro…»

«Tu zitta!» la interrompe. E forse lo odio più per quello che non per quanto mi sta dicendo. «È grande abbastanza per smettere di credere nelle stupidaggini!»

«Ma ha solo sette anni!»

«Silenzio!»

Il rumore della sberla è secco, breve. L’unica differenza con gli schiaffi che ricevo io è che il suono non mi rimbomba nella testa. E non sento il gusto del sangue, in bocca.

 

continua…

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